
Teacher’s Insight
Contesto
A volte i bambini dicono di aver fatto i compiti quando non è vero. Non è mancanza di rispetto né semplice “cattiveria”: spesso è un modo per evitare tensioni, rimproveri o il senso di fallimento.
Allo stesso modo, può capitare che si lamentino dicendo che i compiti sono “troppi”, non tanto perché lo siano davvero, ma perché stanno cercando un modo per evitare una fatica che sentono più grande di loro.
Quando un bambino percepisce che il controllo è distante, poco chiaro o poco presente — che nessuno guarda, accompagna o dà davvero valore a quel momento — può cercare scorciatoie. Non per ingannare, ma per proteggersi.
Il rischio è che impari presto che “dire” è più facile che “fare”, e questo, nel tempo, diventi un problema più grande della grammatica stessa.
Cosa dice la ricerca
(in breve)
Le ricerche in ambito educativo e psicologico mostrano che le bugie nei bambini tendono ad aumentare quando percepiscono una presenza adulta distante o poco strutturata: se il controllo è vago o incoerente, il bambino può sentirsi meno responsabile delle proprie azioni e più portato a cercare scorciatoie.
Al contrario, quando i genitori seguono i compiti in modo sereno ma costante, il bambino sviluppa una maggiore capacità di autoregolazione, disciplina e consapevolezza delle proprie responsabilità.
Una presenza adulta rassicurante e coerente non riduce solo la tendenza alla menzogna, ma favorisce anche un atteggiamento più maturo verso lo studio: il bambino non studia solo per “evitare conseguenze”, ma perché si sente sostenuto, visto e accompagnato nel suo percorso di crescita.
Idea guida
Quando manca un contesto sicuro, i bambini si difendono con la bugia; quando si sentono accompagnati, trovano il coraggio della verità.
Sintesi
Non è necessario controllare in modo rigido: spesso basta essere presenti in modo costante e sereno.
Chiedere di vedere i compiti insieme, osservare non solo il risultato ma anche il processo, mostrare un interesse autentico e comunicare direttamente con l’insegnante aiuta a creare un clima di fiducia in cui dire la verità diventa più facile che nasconderla.
Anche piccoli gesti quotidiani, come guardare le correzioni insieme, premiare la sincerità oltre al risultato e non delegare al bambino il ruolo di “messaggero”, contribuiscono a farlo sentire sostenuto e non giudicato.
Quando un bambino percepisce che casa e insegnante sono alleati, non ha bisogno di inventare scuse o costruire nemici invisibili. In questo senso, aiutarlo ad ammettere un errore significa permettergli di imparare davvero, perché apre lo spazio per riflettere e migliorare. Nascondere l’errore con una bugia, invece, interrompe questo processo. È per questo che i bambini hanno bisogno di sentirsi sostenuti, non giudicati: solo così trovano il coraggio di guardare i propri sbagli e trasformarli in passi avanti.
“L’inglese non è solo grammatica, ma un’occasione per educare alla responsabilità,
al rispetto e alla fiducia.
Le parole insegnano la lingua, ma è la presenza che insegna la disciplina.”
Bibliografia essenziale
- American Psychological Association – Podcast “Speaking of Psychology: The truth about why kids lie”, with Victoria Talwar (2023).
- Child Mind Institute. (2025) – Why Kids Lie and What Parents Can Do About It.
- Roza, R. et al. (2024) – Parental lying to children: A systematic review. Journal of Family Theory & Review.
